La ISS
Tremate alieni, i Pinguini conquisteranno presto lo spazio (e no, non mi sto riferendo al nuovo viaggio di Mark Shuttleworth).

La NASA ha deciso di abbandonare Windows in favore di Linux sui portatili
presenti nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La notizia arriva da un recente articolo apparso su ZDNet (e rigirato su Google+ dal mio amico Dario).

Ma perché la NASA ha deciso di passare a Linux?
A spiegarci i motivi è Keith Chuvala, capo del Laptops and Network Integration Teams per la NASA. Chuvala sovraintende gli sviluppatori incaricati di scrivere il software per la ISS e che si trova presenti su una rete di portatili che svolgono funzioni vitali per le operazioni di ogni giorno e vanno da fornire agli astronauti la posizione corrente dove si trovano, inventariare le attrezzature utilizzate, gestire le telecamere di bordo per catturare foto e video della missione. Ecco le parole di Chuvala:

“We migrated key functions from Windows to Linux because we needed an operating system that was stable and reliable – one that would give us in-house control. So if we needed to patch, adjust or adapt, we could.” 

Il motivo, come potete leggere, è quello più ovvio. Sono migrati a Linux perché avevano bisogno di un sistema operativo stabile, affidabile e che garantisca la possibilità di essere controllato in casa in modo poterlo patchare, modificare e riadattare alle proprie esigenze.
Per la migrazione sono stati aiutati dalla Linux Foundation. 
I computer saranno equipaggiati con Debian 6 che in fatto di stabilità e affidabilità è una vera e propria roccia.

Ma le sorprese non finiscono qui. Oltre che sui computer portatili della ISS, Linux è anche il sistema che controlla il Robonaut (R2), il primo robot umanoide ad andare nello spazio. R2 verrà usato per svolgere compiti troppo pericolosi o noiosi per gli astronauti.

Maggiori dettagli li potete trovare ai seguenti indirizzi:
Immagine via Quilombo